La celiachia, o malattia celiaca, è una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.

La celiachia riguarda l’1% della popolazione italiana e mondiale. In Italia parliamo quindi di circa 600.000 persone di cui solo un terzo ha ricevuto una diagnosi.

Sintomatologia ed età di insorgenza

La celiachia è caratterizzata da un quadro clinico molto variabile, che può comprendere dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, alla frequente associazione con altre condizioni autoimmuni.

L’insorgenza della celiachia può essere a qualsiasi età. Nelle forme pediatriche che esordiscono dopo il 2°-3° anno di vita si assiste generalmente ad una comparsa di sintomatologia gastroenterica più sfumata con prevalenza di altri sintomi quali il deficit dell’accrescimento staturale e/o ponderale, dolori addominali e anemia sideropenica.

Nell’adulto la sintomatologia può essere ancora più variabile rispetto a quella che si osserva nel bambino. Infatti alcuni soggetti presentano un quadro classico con malassorbimento con perdita di peso e diarrea, altri soggetti presentano sintomi estranei all’apparato digerente come ad esempio debolezza muscolare, alterazioni cutanee, afte, fratture ricorrenti e molto frequentemente anemia da carenza di ferro. Possono associarsi anche altre patologie autoimmunitarie come ad esempio il diabete, l’artrite reumatoide, la dermatite erpetiforme e alterazioni tiroidee.

Condizioni necessarie per la diagnosi di celiachia

In linea con quanto stabilito nel Protocollo per la diagnosi e il follow-up della celiachia (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Serie Generale n. 191 del 19.08.2015), le condizioni necessarie per la celiachia sono:

  1. presenza dei geni predisponenti DQ2 e/o DQ8 legati al sistema di istocompatibilità HLA;
  2. ingestione di cereali contenenti glutine (frumento, orzo e segale). Il glutine è la frazione proteica principale del frumento (circa 80%) e la proteina maggiormente rappresentata nella dieta della popolazione europea (10-20 g/die).

Il test genetico per la celiachia

Il test genetico per la celiachia consiste nel determinare la presenza degli alleli HLA DQ2 e DQ8.

Il genotipo DQ2, più frequente, identifica il gene DQB1*02 generalmente associato, in posizione cis o trans, al gene DQA1*05, mentre il DQ8 indica i soggetti positivi per DQA1*0301/DQB1*0302. I soggetti omozigoti presentano un maggiore rischio di sviluppare la malattia.

Considerando i numerosi studi che hanno valutato l’uso del HLA nella diagnostica della celiachia, emerge che la sensibilità del DQ2 è del 91%, ed aumenta al 96% quando associato al DQ8, mentre la specificità della combinazione dei due aplotipi è bassa, e varia nelle diverse popolazioni studiate dal 12 al 68%.

L’importanza diagnostica del HLA risiede nel suo valore predittivo negativo, dato che la negatività per entrambi gli aplotipi rende decisamente improbabile la diagnosi di malattia celiaca. Quindi nella pratica diagnostica della celiachia, il ruolo principale della tipizzazione HLA è quello di escludere la malattia celiaca, in particolare negli individui appartenenti a gruppi a rischio di sviluppo di malattia. La negatività del HLA in questi individui, rendendo improbabile lo sviluppo di malattia celiaca, rende inutile lo screening successivo con metodiche sierologiche.

Indicazione all’esecuzione dell’esame genetico per la celiachia

Il test genetico per la celiachia è indicato indipendentemente dall’età del soggetto nei:

  • parenti di primo grado di un paziente celiaco
  • pazienti con sierologia positiva per gli anticorpi della malattia celiaca che rifiutano la biopsia
  • pazienti con malattie associate alla celiachia
  • pazienti con sierologia positiva per gli anticorpi della malattia celiaca e biopsie intestinali normali
  • pazienti con sierologia negativa o nei casi dubbi con lesioni nella mucosa intestinale
  • pazienti sintomatici con sierologia e biopsie normali/casi dubbi.

Come si esegue il test genetico per celiachia

Il test si esegue estraendo il DNA da un prelievo di sangue venoso o da un tampone di cellule della mucosa buccale. Non è necessario il digiuno per l’esecuzione dell’indagine genetica. Nel DNA estratto dal campione biologico verranno, attraverso un esame molecolare, caratterizzati gli alleli HLA associati a celiachia.

Per ulteriori approfondimenti puoi contattare i genetisti di Bgenetica o, qualora dovessi rientrare in una delle condizioni prima illustrate, valutare la possibilità di eseguire una consulenza genetica.

Se hai dei quesiti i Genetisti di Bgenetica sono pronti a risponderti inviando il tuo quesito a info@bgenetica.it

 

Bibliografia e Sitografia

  1. Associazione Italiana Celiachia
  2. Espino L ,  Núñez C  The HLA complex and coeliac disease Int Rev Cell Mol Biol  2021;358:47-83
  3. Mansouri M, Dadfar M, Rostami-Nejad M, Ekhlasi G, Shahbazkhani A, Shahbazkhani B The frequency of HLA-DQ2/DQ8 haplotypes and celiac disease among the first-degree relatives of patients with celiac disease. Gastroenterol Hepatol Bed Bench. 2021 Winter;14(1):36-43.
  4. García-Santisteban I, Romero-Garmendia I, Cilleros-Portet A, Bilbao JR, Fernandez-Jimenez N. Celiac disease susceptibility: The genome and beyond. Int Rev Cell Mol Biol. 2021;358:1-45.
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