La Sindrome di Williams (conosciuta anche come sindrome di Williams-Beuren), venne descritta per la prima volta nel 1952 dal pediatra Fanconi e definita inizialmente come “sindrome da ipercalcemia idiopatica – stenosi sopravalvolare dell’aorta”. Nei primi anni ’60 due cardiologici, Williams nel 1961 e Beuren nel 1962, segnalarono alcuni pazienti che presentavano dismorfie, ritardo dello sviluppo e cardiopatia e da allora è stata comunemente indicata come Sindrome di Williams.

La sua frequenza è di circa un nato ogni 10.000 indipendentemente dal sesso. 

Sindrome di Williams: aspetti genetici

Nel 1993 è stata individuata l’eziologia della sindrome di Williams che consiste in una microdelezione del cromosoma 7 nella regione 7q11.23 coinvolgente tra i vari geni quello dell’elastina, proteina presente in diversi tessuti.

Il coinvolgimento dell’elastina spiega alcune caratteristiche della sindrome, tra cui alcune delle dismorfie presenti, le cardiopatie associate. le problematiche articolari, il timbro di voce rauca. Di contro altre caratteristiche come quelle neurocomportamentali non sono correlabili con la delezione del gene dell’elastina. E’ pertanto definita come sindrome da geni contigui. 

La diagnosi genetica si esegue con un esame specifico del DNA (CGH Array) che ricerca la microdelezione causativa della condizione. 

La sindrome di Williams è una condizione che si verifica generalmente de novo e pertanto presenta un basso rischio di ricorrenza per i familiari. Alcune osservazioni familiari hanno documentato una trasmissione autosomica dominante.

Caratteristiche peculiari della Sindrome di Williams

L’aspetto cognitivo è particolarmente variabile spaziando da disabilità lieve a moderata. Lo sviluppo cognitivo e del linguaggio è caratterizzato nei bambini da un ritardo del linguaggio, che viene recuperato negli anni. Negli adolescenti la conversazione è spigliata e può mascherare aree di disabilità intellettiva. E’ presente inoltre un ritardo nell’apprendimento. Il carattere è affettuoso e socievole e pe r le sue caratteristiche tipiche è stato delineato un preciso fenotipo comportamentale.

Le anomalie cardiovascolari sono presenti nel 75-80% dei casi. La cardiopatia più frequente è la stenosi aortica sopravalvolare, Altri difetti comuni sono la valvola aortica bicuspide, la coartazione dell’aorta, l’interruzione dell’arco aortico, la stenosi dell’arteria coronarica, dell’arteria renale e di varie arterie periferiche, i difetti del setto atriale e ventricolare. Il 10% circa dei pazienti presenta prolasso della mitrale e il 50% circa sviluppa ipertensione prima dei 22 anni. Una parte dei bambini necessiteranno di intervento cardiochirurgico.

Per quanto riguarda le anomalie oculari è spesso presente l’iride stellata che è più frequente nei soggetti con gli occhi azzurri, caratteristica a sua volta molto frequente nei soggetti con la condizione. Possono presentarsi strabismo, difetti di rifrazione e problemi di profondità visiva. 

Nei primi anni di vita si registra un aumento del rischio per otiti ed è tipica l’iperacusia cioè una ipersensibilità ai rumori forti.

Alcuni bambini, si stima circa il 15%, possono presentare ipercalcemia neonatale che generalmente si normalizza durante il secondo anno di vita.

La dentizione può essere caratterizzata da oligodontia (mancanza di alcuni denti) e da microdontia (denti più piccoli) con difetto dello smalto.

E’ stata documentata una maggiore incidenza di ritardo di crescita prenatale e l’accrescimento post-natale è spesso rallentato con una statura media in età adulta compresa generalmente tra i 150 e i 160 cm

Lo sviluppo psicomotorio è spesso caratterizzato da un ritardo nell’acquisizione delle tappe fondamentali e nei primi anni di vita possono presentarsi problemi nell’equilibrio, nella coordinazione dei movimenti e nell’orientamento spaziale. La motricità fine è spesso compromessa. 

Nell’infanzia è presente una iperattività, che tende a regredire con l’adolescenza

Sindrome di Williams: programma di follow up

Vista la complessità della condizione e l’ampia variabilità fenotipica è corretto che i soggetti con Sindrome di Williams vengano inseriti in specifici programmi di follow up che comprendano alla diagnosi:

  • Esame clinico e valutazione auxologica (utilizzando le specifiche curve di accrescimento)
  • Valutazione cardiologica con esame clinico, misurazione della pressione arteriosa ed ecocardiografia color-Doppler
  • Ecografia renale e vescicale, esame delle urine, azotemia, creatininemia
  • Analisi del metabolismo del calcio e studio della funzionalità tiroidea
  • Visita oculistica
  • Valutazione neuropsicologica 
  • Diagnosi molecolare e consulenza genetica

Nelle diverse età il programma di follow up si adatterà al singolo soggetto in un contesto multidisciplinare. Attualmente non esiste una terapia specifica per la sindrome. Un adeguato percorso di follow up può evitare o rallentare l’insorgenza di alcuni sintomi e complicanze. E’ inoltre fondamentale avviare precocemente un percorso di terapia abilitativa, con interventi educativi precoci e mirati che permettano di migliorare lo sviluppo delle competenze cognitive e sociali, attraverso un progetto abilitativo personalizzato.

Sindrome di Williams: le associazioni

Associazioni di pazienti

Associazione Italiana Sindrome di Williams – https://www.aisw.it/

Associazione Persone Sindrome di Williams Italia APS – https://www.apwitalia.org/

Associazione famiglie Sindrome di Williams – https://afsw.it/

 

Bibliografia

 Pober BR. Williams-Beuren syndrome. N Engl J Med. 2010 Jan 21;362(3):239-52

(https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20089974/)

Kozel BA, Barak B, Kim CA, Mervis CB, Osborne LR, Porter M, Pober BR. Williams syndrome.

Nat Rev Dis Primers. 2021 Jun 17;7(1):42. 

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Royston R, Waite J, Howlin P. Williams syndrome: recent advances in our understanding of cognitive, social and psychological functioning. Curr Opin Psychiatry. 2019 Mar;32(2):60-66. 

(https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30557270/)