Introduzione

Charcot, Marie e Tooth furono i tre neurologi dell’800 da cui la malattia prende il nome con cui la condizione è maggiormente conosciuta. È altresì nota come HMSN (Hereditary Motor and Sensory Neuropathie) o PMA (Peroneal o Progressive Muscolar Atrophy, o Atrofia Muscolare Peroneale).

La malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT) è una neuropatia periferica ereditaria, la cui prevalenza è stimata in circa 1/2500 e che è caratterizzata da atrofia muscolare e neuropatia sensitiva progressiva che colpiscono le estremità degli arti associandosi frequentemente alla presenza di piedi cavi.

Caratteristiche cliniche e sintomi

L’età di insorgenza è generalmente prima dei 20 anni con sintomatologia iniziale prevalentemente a carico degli arti inferiori. Le manifestazioni cliniche sono molto variabili anche all’interno della stessa famiglia. La progressione della condizione è per lo più lenta e spesso i primi sintomi vengono riferiti, erroneamente, a cause non neurologiche ritardando, pertanto, il momento della corretta diagnosi. L’evoluzione è cronica e lentamente progressiva.

I sintomi più comuni riferibili agli arti inferiori sono rappresentati da inciampo sull’avampiede, impaccio motorio e distorsioni di ginocchio e caviglia. Spesso il paziente adatta spontaneamente il cammino, utilizzando scarpe con il tacco e facendo rialzare dal calzolaio la parte laterale esterna della suola, perché si consuma di più. Quando l’indebolimento della flessione dorsale dei piedi si accentua può instaurarsi una deambulazione definita “steppante o equina”.

Raramente la deambulazione si riduce al punto da rendere il soggetto non deambulante. Atrofizzandosi i muscoli, si accorciano di conseguenza  i tendini, tra i quali il maggiormente colpito è il tendine di Achille. Questa retrazione causa il cosiddetto “piede equino”, in cui la punta del piede tende ad essere rivolta verso il basso e il cammino avverrà con l’appoggio della punta del piede.

I sintomi più comuni riferibili agli arti superiori, che spesso sono più lievi e non determinano deficit funzionali, sono rappresentati dalla difficoltà legata alla motricità fine (impaccio nell’abbottonarsi e sbottonarsi, a girare una chiave, a svitare un coperchio). Può anche instaurarsi una deformità della mano con contrazione delle dita.

Aspetti genetici

Può essere trasmessa con tutti i modelli ereditari mendeliani. La trasmissione dominante è la più diffusa in Europa. Sono note tre forme: demielinizzante (CMT1), dominante legata all’X (CMTX1) e neuronale (CMT2). Attualmente sono stati individuati più di 100 geni responsabili delle diverse forme di CMT . Le nuove tecniche di Next Generation Sequencing (NGS), che consentono l’analisi di interi segmenti di DNA (anziché di un singolo gene alla volta), stanno aprendo nuove frontiere nella diagnosi della patologia.

 Classificazione delle Charlot-Marie-Tooth

Le CMT possono essere classificate in:

  • Forme demielinizzanti: la mielina non è adeguatamente sviluppata con conseguente alterazione della conduzione nervosa.
  • Forme assonali: risulta compromesso l’assone, cioè la parte centrale del nervo.
  • Forme intermedie:  la velocità di conduzione motoria è compresa in un range tra le demielinizzanti e assonali

In relazione al gene coinvolto e alla modalità di trasmissione le CMT vengono a loro volta così classificate:

  • CMT1A:a trasmissione dominante, legata a duplicazione del gene PMP22;
  • CMT1B: a trasmissione dominante, legata ad una mutazione del gene della P0;
  • CMT2:a trasmissione dominante, legata nella gran parte dei casi ad una mutazione del gene MFN2, che causa una neuropatia assonale con prevalente esordio nell’infanzia.
  • DEJERINE–SOTTAS (denominata anche CMT3): a trasmissione recessiva, legata ad alterazioni genetiche dei geni della CMT1A e CMT1B, si presenta con esordio precoce
  • CMT4:a trasmissione recessiva sotto classificata di tipo A, B e C
  • CMTX: a trasmissione X-Linked, legata a mutazione del gene della connessina 32 GJB1;
  • HNPP (Neuropatia Ereditaria con Predisposizione alle Paralisi da compressione): caratterizzata, nella maggioranza dei casi, da una “delezione” dell’intero gene PMP22

cmt

Trattamento e cura della neuropatia periferica

Ad oggi non vi è una cura farmacologica specifica per la CMT. La ricerca scientifica sta valutando diversi trials clinici per l’utilizzo di molecole che hanno dimostrato efficacia nei modelli animali con CMT.

L’approccio riabilitativo, ove indicato, il supporto con ortesi e ausili, è sicuramente oggi quello che permette di migliorare alcuni aspetti della malattia con impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti. Anche una attività fisica controllata e ben indirizzata così come l’apporto chirurgico, ove necessario, permettono di migliorare l’equilibrio e il cammino che spesso risultano compromessi.

Per ulteriori approfondimenti puoi contattare i genetisti di Bgenetica o, qualora dovessi rientrare in una delle condizioni prima illustrate, valutare la possibilità di eseguire una consulenza genetica.

Se hai dei quesiti i Genetisti di Bgenetica sono pronti a risponderti inviando il tuo quesito a info@bgenetica.it

Bibliografia