Caratteristiche cliniche

La cardiomiopatia dilatativa (DCM)  – conosciuta anche con il nome di cardiopatia dilatativa o miocardiopatia dilatativa – è una malattia del muscolo cardiaco caratterizzata da dilatazione del ventricolo sinistro dovuta a una minore resistenza del miocardio: alcune cellule muscolari vengono sostituite da tessuto fibroso con conseguente aumento della cavità cardiaca ma con funzione sistolica ridotta, cioè minore capacità del cuore di pompare sangue. In diversi casi la dilatazione interessa entrambi i ventricoli.

La prevalenza della DCM è di circa 1/2.500 individui ma, probabilmente, è sotto diagnosticata. I pazienti presentano insufficienza cardiacaaritmie e aumento del rischio di morte improvvisa. Una gran parte dei casi, si stima anche oltre il 30%, è da considerarsi ad eziologia genetica per cui è stato coniato il termine di cardiomiopatia dilatativa familiare (FDC).

Nei casi isolati la diagnosi differenziale va posta con difetti cardiaci congeniti, infezioni, abuso di alcol o di sostanze stupefacenti, utilizzo di alcuni farmaci tra cui i chemioterapici e malattie cardiovascolari tra cui ad esempio l’ipertensione arteriosa e la cardiopatia ischemica

Caratteristiche genetiche

La FDC è causata soprattutto da mutazioni in geni quali la lamina(gene LMNA), la distrofina, la titina (gene TTN) e lo ZASP/Cypher (gene LDB3), che codificano per le proteine del citoscheletro e del sarcomero delle cellule muscolari cardiache. L’anamnesi familiare è importante per identificare le famiglie con FDC. Lo screening delle famiglie con cardiomiopatia dilatativa attraverso lo studio dell’albero genealogico e l’utilizzo di appropriati test genetici rende possibile l’identificazione dei pazienti in fase precoce o in fase presintomatica. In questo modo, è possibile promuovere un cambiamento dello stile di vita e iniziare una terapia farmacologica precoce, così da influenzare, probabilmente, il decorso della malattia.

La consulenza genetica è importante per identificare altri soggetti asintomatici nella famiglia, che sono a rischio di sviluppare la sintomatologia, così da poterli sottoporre a controlli regolari.

Generalmente, la trasmissione è autosomica dominante (basta ereditare una copia mutata del gene da uno dei genitori per manifestare la malattia), ma sono stati riportate anche forme a trasmissione X-Linked (forme in cui generalmente i soggetti di sesso maschile presentano i sintomi, mentre i soggetti di sesso femminile risultano portatrici sane) e a trasmissione autosomica recessiva (dove per manifestarsi la patologia è necessario che il soggetto erediti due copie mutate del gene da entrambi i genitori).

La cardiomiopatia dilatativa a eziologia genetica può anche associarsi a miopatie che colpiscono il muscolo scheletrico, come ad esempio la Distrofia Muscolare di Duchenne. Esiste anche una variante di CMD associata a disturbi della conduzione elettrica cardiaca.

cardiopatia dilatativa

Sintomi della cardiopatia dilatativa

I sintomi della miocardiopatia dilatativa sono generalmente sovrapponibili a quelli dello scompenso cardiaco oppure sono legati alla presenza di aritmie. Si può inoltre presentare astenia, facile faticabilità, respiro affannoso, tosse secca persistente (in particolare da sdraiati), aumento di peso legato alla ritenzione idrica con gonfiore soprattutto agli arti inferiori, capogiri e svenimenti.

Trattamento della miocardiopatia dilatativa

Il trattamento della FCD è finalizzato al controllo della progressione dell’insufficienza cardiaca e delle aritmie. Il trattamento prevede misure generiche (ad esempio limitazione dell’assunzione di alcol, controllo del peso corporeo, moderato esercizio fisico) e la terapia farmacologia che prevede, generalmente, l’utilizzo di farmaci ACE-inibitori e betabloccanti, utili nel migliorare la funzionalità cardiaca e nel controllare la dimensioni del cuore, diminuendo la progressione della malattia. In presenza di un aumento rischio tromboembolico si utilizzano anche farmaci anticoagulanti.

In presenza di aritmie inoltre è previsto il possibile utilizzo della resincronizzazione cardiaca, dei defibrillatori o di effettuare l’impianto di Pace-maker. I pazienti con grave insufficienza cardiaca, grave riduzione della capacità funzionale e ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra hanno basse possibilità di sopravvivenza e possono necessitare del trapianto cardiaco.

Per ulteriori approfondimenti puoi contattare i genetisti di Bgenetica o, qualora dovessi rientrare in una delle condizioni prima illustrate, valutare la possibilità di eseguire una consulenza genetica.

Se hai dei quesiti i Genetisti di Bgenetica sono pronti a risponderti inviando il tuo quesito a info@bgenetica.it

Bibliografia