La diffusione della pandemia da virus SARS-CoV-2 ha posto, tra le altre, la questione sull’impatto della vaccinazione e sui rischi ad essa correlati.
Le notizie diffuse in questi ultimi giorni sulla comparsa di rari eventi tromboembolici in soggetti che erano stati sottoposti a vaccinazione COVID 19 con vaccino AstraZeneca ha determinato preoccupazione e allarme in molti cittadini recentemente vaccinati o in attesa di vaccinazione.
Sulla base dei dati ad oggi disponibili, suscettibili naturalmente di aggiornamento, abbiamo voluto sintetizzare le attuali conoscenze in modo da chiarire i legittimi dubbi che stanno da recente emergendo.
Questo articolo si basa sulle informazioni tratte dalle fonti ufficiali attualmente consultabili e indicate in calce.
Su cosa si basa il vaccino AstraZeneca
Il vaccino COVID-19 AstraZeneca è un vaccino creato per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) indicato nelle persone di età pari o superiore a 18 anni.
Il vaccino è composto da un adenovirus di scimpanzé incapace di replicarsi (ChAdOx1 – Chimpanzee Adenovirus Oxford 1) e modificato per veicolare l’informazione genetica destinata a produrre la proteina Spike del virus SARS-CoV-2.
Il sistema immunitario si attiva contro la proteina e produce degli anticorpi che, qualora il soggetto entrasse a contatto con il virus, lo proteggeranno dall’infezione (fonte AIFA). Per maggiori dettagli è possibile consultare la scheda tecnica di tale vaccino. Il vaccino COVID-19 AstraZeneca non contiene il virus stesso e non può causare COVID-19.
Pazienti con trombofilia asintomatici e pazienti con malattie emorragiche congenite meno gravi
I pazienti trombofilici asintomatici (anche se con esenzione RDG020, che prefigura una condizione di rischio e non di malattia) e i pazienti con patologie emorragiche, a meno che non abbiano altre patologie, possono essere vaccinati secondo la priorità definita dalla loro fascia di età (Fonte SISET)
Pazienti in trattamento anticoagulante orale e pazienti con malattie emorragiche gravi
Le persone in cura con una terapia anticoagulante e i pazienti con malattie emorragiche hanno una generica controindicazione alle iniezioni intramuscolari per il rischio di ematomi.
Come indicato da AIFA, le persone in terapia anticoagulante possono eseguire la vaccinazione senza sospendere il trattamento in corso. La vaccinazione deve essere eseguita prima dell’assunzione della terapia per coloro che sono trattati con eparina a basso peso molecolare o con anticoagulanti orali diretti. Pazienti in trattamento con anti-vitamina K e con INR sopraterapeutico dovrebbero attendere fino a che l’INR non sia <4.0.
Per l’iniezione intramuscolare è raccomandato l’utilizzo di un ago sottile (inferiore o uguale a 23 gauge) e deve essere effettuata una compressione sul sito di iniezione per 5 minuti. È consigliato un controllo dell’area di iniezione a distanza di 2-4 ore per verificare la presenza di eventuale ematoma (Fonte SISET).
Vaccino anti-COVID19 e rischio trombotico nelle donne
Position Paper ad Interim SIGO-AOGOI-AGUI (versione del 22/03/21 – si riporta testualmente)
Sulla base dei dati attualmente disponibili dalla esperienza e dalla letteratura internazionale è possibile affermare che:
- non vi è nessun dato in letteratura che evidenzi un aumento del rischio trombotico nella popolazione sottoposta al vaccino anti-Covid19, ed in particolare AstraZeneca, rispetto alla popolazione generale;
- il vaccino anti-Covid19 non può essere pertanto considerato un fattore di rischio trombotico da sommare agli altri eventuali fattori di rischio anamnestici e personali eventualmente presenti;
- non vi è nessuna controindicazione alla vaccinazione nelle donne che assumono estroprogestinici quale contraccezione ormonale o terapia ormonale sostitutiva – non vi è indicazione ad eseguire indagini preliminari o attuare terapie antitrombotiche dopo la vaccinazione (aspirina a basso dosaggio o eparina a basso peso molecolare);
- la vaccinazione non è una indicazione a eseguire indagini genetiche per valutare il rischio trombofilico, come non lo è il desiderio di contraccezione ormonale;
- per le donne non gravide a rischio trombotico aumentato non vi è nessuna evidenza di controindicazioni alla vaccinazione;
- le donne a rischio trombotico aumentato devono effettuare in gravidanza una profilassi antitrombotica personalizzata in rapporto al rischio e tale condizione non controindica l’effettuazione della vaccinazione anti-Covid 19.
I Genetisti di Begenetica aggiorneranno il presente documento se dalle Fonti Ufficiali o da evidenze scientifiche internazionali dovessero emergere indicazioni differenti rispetto a quelle prima espresse.
Fonti ufficiali consultabili
https://www.aifa.gov.it/vaccini-vettore-virale